Tasted Thursday, February 20, 2014 by paolonardi with 1,392 views
Degustazione di otto vini, annate storiche di Marchesi di Barolo e Borgogno
Bartolo Mascarello, Giuseppe Mascarello, Giuseppe Rinaldi, Bruno Giacosa, Burlotto, Oddero, Barale, Boschis. Otto vini interpreti di un microcosmo.
sulla frutta, poi fiori, carico. Generoso e fruibile, un nota selvatica. Il naso fa presagire una bocca acida e succulenta. Media lunghezza, tannino morbido, un vino molto bevibile con un buon bilanciamento della componente fruttata e della parte minerale/sapida.
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Minerale pungente, violetta, ferro, menta, resina, pino. Naso bellissimo, intrigante. C'è anche una parte di fiori dolci e scorza di arancia. Struttura imperiosa di sapidità ricca, tannino molto composto, acidità di frutto rosso. Lungo, molto bello e con un finale leggermente amaro. Must buy!
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Complessità in fusione. Tra minerale, frutta e fiori. Un naso simpatico, balsamico, china ed erbe aromatiche. Un grande. E' proprio ricco questo naso: canfora, grafite. In bocca è un compendio di grazia, dolcezza ed eleganza. Questo è un vino decisamente buono.
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spezie e pomodoro. caldo e fruttoso con sbuffi balsamici. Generoso. Praline di cioccolato alla frutta. Persistenza media, tannino ancora molto sopra il resto. Nel complesso poco espressivo e la presenza dell'alcool rompe un po' le palle. uhm... no.
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nobile, alto e freddoloso. vegetale, mineralissimo, terra, fieno, selvaggina e nota fumé. Tannino molesto al limite del sopportabile ma nel complesso non stona, un bel frutto contornato da fiori, cioccolato e spezie dolci. Davvero impressionante la persistenza. Ho come l'impressione che lo gradirei un po' più addomesticato questo vino.
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Calore e ferro, selvatico, pungenza minerale e agrumata, balsamico. Sta tra il cielo e la terra, con continui rimandi all'apparenza contrastanti, frutta in gelatina, chinotto, ematico, una vera girandola.
Tannino imperioso, poi ferro, frutta. Intensità che segue la persistenza. rimane molto presente in bocca come una canzone ad alto volume. Equilibrio perfetto e finale sull'arancia.
Più che un vino sembra una bistecca al sangue.
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leggermente chiuso all'inizio, borotalco mentolato. caffè. lo trovo un po' restio a concedersi. Morbido e caldo. trovo che sia nettamente penalizzato dall'assaggio precedente. Non so esprimermi più di tanto.
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un nasino preciso preciso di grandissima balsamicità con una parte minerale nettamente verticale. Sempre di annusare un carotaggio nel terreno. Delicato, leggero, viola e confetto. Tannino importante che fodera la lingua ma lascia questa sensazione dolce, di vino equilibrato che evolverà benissimo e per lungo, lunghissimo tempo. Interminabile
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La classe dell’equilibrio dal cuore pulsante delle Langhe: Brunate, Bussia, Cannubi, Cerequio.
Prugne, una sensazione blu, erbe aromatiche, rose, balsamico, nel complesso si presenta morbido ed accogliente. Tannino ben presente ma addolcito nel complesso dalla grande struttura del vino. Finale sanguigno appena preceduto da un netto frutto rosso. Buon equilibrio. good but not great.
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Annata calda. Confettura di prugne, caramello, naso denso, con molta aria mostra sbuffi marini. La bocca spiazza, lo trovo leggero e molto bevibile, un'acqua di rose. Morbido, completo ed equilibrato. Manca un po' in persistenza ma il complesso è molto preciso.
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Mineralità pungente, ferro, poi frutta, alcool, curry e note salmastre. Poi china, cola, si intuisce la sapidità e il peso del vino al naso. In bocca dopo un tannino davvero importante ha un finale quasi di coca-cola. Vino non facile, di grande complessità e con un gran carattere che invoglia all'introspezione.
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fieno, funghi, fiori, concentrato di pomodoro, muschio, terra bagnata, canfora, naso molto intrigante, ricco e compatto nella sua unicità. Lo trovo esuberante. Spezie Dolci.
Equilibrio ad alto volume, dopo minuti rimane ancora in bocca: sangue, arancia, sapidità, spezie, anice stellato e genziana. wow
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naso aperto, calcareo, ferro e sale, mare, geranio, incenso, china, tartufo nero e funghi, quasi gassoso.
In bocca è dritto, rabarbaro, aggressivo, non si concede per nulla. Ha un gran carattere e tocca aspettarlo qualche anno.
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con i piedi piantati a terra sfodera una grande parte minerale e di sottobosco misto a fiori e scorza di arancia candita. Tutto molto soffuso, si muove quatto quatto. Legni balsamici. Poi prende possesso della bocca e la monopolizza. Prima grande salivazione, poi entra in gioco il tannino, poi frutta e poi finale complessissimo sulle note minerali e speziate. Che progressione!
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Il piacere allo stato puro: Arborina, Gattera, Rocche dell’Annunziata, Serradenari, Capalot, Bricco Manzoni.
(degustato alla cieca) un po' chiuso, canfora, compresso. Poi con l'aria note balsamiche, viole, fiori blu, sapone, erbe medicinali, china e soia.
Inizio morbido, poi grande massa tannica e finale salato, molto glicemico. Più che sale, proprio glutammato.
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(degustato alla cieca) Terra bagnata, fungo porcino, china, goudron. con qualche minuto nel bicchiere note dolci, caffè, e un'idea di mineralità calcarea.
Il tannino è morbidissimo, scivola via in confronto al precedente, morbido con finale di frutta.
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(degustato alla cieca) Mare, toni vegetali, zenzero e anice, spezie. Lentamente si ammorbidisce molto, virando quasi sul caramello. L'ingresso in bocca è morbido, tannino ben fatto e con una bella persistenza di frutto e di erbe aromatiche.
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(degustato alla cieca) Carne, calacare. Netta nota selvatica. Grande personalità. Idea salina ma anche fiori. Scuro di china. Con molta aria evolve verso note nel complesso molto più eleganti dell'inizio.
Grande succulenza, estratto potente, molta acidità e finale lungo sul frutto. Bellissima mineralità.
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(degustato alla cieca) Succo di cranberry, poi toni dolci. Seducente e piacevole. Yogurt ai mirtilli. Tannino potente, faticosa questa degustazione. Finale di mirtilli e grande persistenza
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(degustato alla cieca) Scoglio, colatura di alici, balsamico, metallo, fiori. un naso meraviglioso. Bocca allucinante con un rincorrersi di sensazioni retro olfattive che copre abbondantemente tutti i sapori che riesco ad immaginare. un vino della madonna. fuoriclasse.
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Il primato del territorio: Vigna Rionda, Briccolina, Boscareto, Francia, Ornato, Baudana.
(degustato alla cieca) Appena versato è chiuso e compresso. Si allarga lentamente, fiorellini, anice stellato. In bocca è morbido con un tannino magistrale che dialoga perfettamente con un'acidità cristallina. Buona persistenza, salato/amaro accompagnato da un finale di liquirizia, frutta e rabarbaro. C'è davvero un ottima integrazione di tutti gli elementi gustativi in un eccellente equilibrio.
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(degustato alla cieca) China, cola, goudron, erbe aromatiche, si denota un certo calore al naso. Ematico, balsamico, terra, legno umido. Tannino ispido, l'acidità sale dopo qualche secondo, molto lungo. Gran carattere, bel vino.
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(degustato alla cieca) Selvatico, menta, china, asfalto, terra bagnata, ematico, iodato. Con l'aria diventa sempre più elegante e preciso. In bocca è potente, tannico, alcolico e amaro di rabarbaro. Serve un'ora buona nel bicchiere per addomesticarlo.
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(degustato alla cieca) Piccolo frutto rosso, colatura di alici, spezie dolci, femminile, sentore lattico. Tannino vellutato, largo, dolce, morbido. Manca di grip, scivola via, c'è un uso eccessivo del legno che ha compromesso l'impronta territoriale del vino.
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(degustato alla cieca) Incipit muto. Austero, chiuso. Poi menta, ginepro, viola. Molto tannico ma morbido ed elegante. Progressione al rallenti con piacevole amaro che si trasforma in una nota metallica ferrosa. C'è da attenderlo almeno 5/6 anni.
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(degustato alla cieca) naso da grande vino: inizia subito molto aperto, selvatico, idrocarburi, roccia bruciata, sangue, erbe aromatiche. Piacevolissimo.
Bocca da fuoriclasse: tannino quasi maturo, retrolfatto molto complesso e assolutamente corrispondente al naso. Lunghissimo.
Una delle vigne più importanti del barolo.
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La forza della terra: Bricco Boschis, Parussi, Monprivato, Villero, Pugnane, Altenasso.
(degustato alla cieca) Smalto, cola, pepe bianco, spezie balsamiche. Incipit classico di barolo tradizionale. China, terra bagnata, muschio, talco mentolato, frutto maturo. La bocca è materica (pare un amaro centerbe). Enorme massa tannica, finale amaro sulla liquirizia, innaffiato da un'acidità imperiosa. Un barolo tradizionale e impegnativo, tanta roba. Colpisce con una violenza muscolare ed un equilibrio giocato sulla presenza di tutti gli elementi.
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(degustato alla cieca) Naso floreale, terra, tostatura dolce, amarena, nocciola, più reticente del precedente e molto più esile e teso nel complesso. In bocca è molto elegante con un finale sul rabarbaro, ferro e cicoria selvatica. Bella persistenza. E' leggero, ben fatto.
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(degustato alla cieca) Ferroso e metallico, piccoli frutti rossi, spezie dolci. Una via di mezzo tra il primo e il secondo vino. Necessità sicuramente di un po' di tempo, il tannino monopolizza un po' troppo la bocca al momento.
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(degustato alla cieca) pietra focaia netta, selvatico, radice, terra, balsamico e liquirizia. Sono toni tutti molto scuri ma non pesanti. La bocca è perfettamente cesellata, addomesticata, sferica più che spigolosa. Un buon barolo, lo trovo molto "composto" rispetto ai precedenti.
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(degustato alla cieca) incenso, chiodi di garofano, tabacco mentolato, etereo, alto. In bocca c'è una netta infusione di fiori, grande morbidezza, tannino compatti con ritorni di spezie dolci. E' buono ma pare manchi una dimensione al vino, dov'è la mineralità che contraddistingue il territorio? (a posteriori) Dei sei vini è quello che si stacca di più, ricordo di aver bevuto un 1998 ed era completamente diverso, con note ferrose molto presenti. Annata? legno?
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(degustato alla cieca) Idrocarburi, seguito da una nota ematica e una parte fruttata e di violetta. Il tutto è fuso insieme in un complesso odore, enigmatico e indecifrabile caratteristica comune a tanti altri grandi vini. La bocca è intensa (aromaticamente) senza essere aggressiva, lunghissima, sapida di acciughe, con un finale amaro metallico. Che vino. Ha stoffa da vendere. Vino memorabile.
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L’austerità piemontese si fa vino: Pajana, Bussia Soprana, Manzoni, Mosconi, Gavarini, Ginestra.
(degustato alla cieca) fiorellini, spezie (noce moscata e note di tostatura), curry, arancia, molto balsamico, frutta blu, infuso di erbe amare. Ha un tono fresco, giovanile ma piacevolmente morbido ed invitante che acquista profondità e complessità nel bicchiere. Bellissimo ingresso in bocca con una grande massa tannica perfettamente matura e avvolgente che traghetta la nostra bocca verso un finale amaro/sapido attraversando un frutto maturo e succulento. Mi è piaciuto tantissimo. Godibile fin da ora.
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(degustato alla cieca) Granato trasparente da barolo in stile classico. Naso freddoloso e più esile del precedente. Comunque ha toni dolci misti a ribes. E' elegante ed aggraziato. Tannino morbidissimo, lungo, sostenuto da una piacevole acidità. Manca un po' di complessità, è un vino verticale giocato molto sull'acidità e sulla purezza.
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(degustato alla cieca) Dal cuore di Bussia Sottana. Caldo ed opulento fin da subito, carne e terra, seguiti da una forte nota balsamica e da un bel frutto polposo e maturo, si sente anche un po' alcool. E' arrogante.
Bocca giovanissima. Lunghissima la persistenza con retrolfatto giocato sull'alternanza dolce/fruttata e sapido/amara (di erbe).
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(degustato alla cieca) Dalla vigna Mosconi prodotto solo in annate eccellenti.
Inizio incredibilmente restio ed austero. Poi timidamente spezie in polvere, cardamomo, piccolo frutto, china, terra.
In bocca c'è un tannino aggressivo ma ben fatto che ai primi sorsi monopolizza la bocca per svariati secondi. Facendoci un po' il palato il vino mostra la sua classe e ottima fattura anche se ho preferito il Romirasco a questo punto.
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Sottobosco, funghi, spezie dolci, lavanda e vaniglia. Il naso è davvero seducente. Quasi ammiccante.
Qui il potente tannino è leggermente polveroso e denota un utilizzo forse esagerato di legno piccolo. Il finale è molto scuro tra la prugna e il sottobosco.
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(degustato alla cieca) Serrato. Compresso in una complessità appena intuibile ma nettamente presente. Ci sono spezie, frutta, china.
In bocca c'è una concentrazione di tutti gli elementi perfettamente equilibrati tra loro con un rincorrersi ordinato di tannino (magistrale) acidità e sapidità, come se ognuno di essi prevalesse per qualche attimo per poi lasciare spazio anche agli altri, monopolizzando la nostra bocca con una girandola gustativa divertente e appagante. Ovviamente è lunghissimo
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Maturazione in botte e barrique: 2 risultati completamente diversi.
Blind tasting di 7 vini, straordinari interpreti delle due impostazioni stilistiche.
Certo è stato difficile prendere alla cieca il tipo di affinamento, in generale mi pare di capire che la botte grande conferisce ai vini maggiore complessità olfattiva e soprattutto immediatezza e generosità aromatica, mentre la barrique tende a chiudere il vino e a compattare il naso. In bocca invece i tannini vengono decisamente levigati ed ammorbiditi dall'uso del legno piccolo.
(degustato alla cieca) Chiuso, colla, alcool, prugna rossa acerba, carne, cola. In bocca è freschissimo e salato con un bel dialogo tra acidità e tannino, poi l'alcool scalda il palato trascinando in alto una bella nota amara finale. Botte grande.
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(degustato alla cieca) Acqua di rose, elegante, poi una spezia dolce, elegante, in punta di fioretto. La bocca è compatto, con meno acidità e tannino del precedente. Il finale è fruttato intenso che rimane nel naso per diversi secondi. Molto addomesticato. Barrique.
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(degustato alla cieca) Amaretto, dolciastro, fiori e carne, cola, ciliegia sotto spirito e tostatura. La beva è dolce, sulla frutta con un tannino morbidissimo e un finale contrapposto di erbe amare, quasi cicoria. Botte grande.
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(degustato alla cieca) Idrocarburi, sensazione salmastra e salina molto elegante, terra, poi speziatura balsamica, ricorda un borgogna della cote de nuits. In bocca è il più equilibrato della degustazione, piacevole, floreale, decisamente il più elegante fino ad ora. Botte grande.
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(degustato alla cieca) Serrato, poca frutta blu croccante, una punta di volatile, smalto, austerissimo, tannino, sensazione di sale e alcool. Fodera la bocca, finisce amaro, territoriale, cattivo. Da maiale in umido. Barrique.
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(degustato alla cieca) E' polposo, caldo, cera, confettura, balsamico, viola poi un accenno minerale e di spezie. Pare un confetto. In bocca è piacevolissimo, scende alla grande sembra un caramella ai fiori e alle erbe. Buono. Misto botte grande e barrique.
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(degustato alla cieca) Salamoia, le olive, finocchio selvatico, pesche sciroppate, viola appassita, un po' di spezia dolce da legno. Poi con l'aria vira tutto sui fiori, molto complesso questo naso. In bocca è maturo in tutte le sue componenti, c'è tanto tannino (maturo) a tenere nervoso e vivo il vino che è carico di estratti, quasi polposo. Certo qui esce più l'uomo che il territorio. Barrique
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Sandrone, Scavino, Voerzio, Clerico & C: la “moderna tradizione”, un’emozionante ossimoro in otto vini di valore universale.
(degustato alla cieca) Eccezionale spezzatura, il pepe, il pino silvestre, poco frutto, il naso è molto fine, terra, rabarbaro, puntuali dopo un po' aria arrivano i fiori. C'è giusto la percezione di un po' alcool di troppo. La bocca è decisamente poco coerente col naso, l'alcool è un po' fuori posto e monopolizza i sensi coprendo il resto. Anche il tannino non è maturo; nel complesso della degustazione è il vino che ha convinto meno.
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(degustato alla cieca) incipit up po' sgraziato con una nota selvatica e un po' di volatile. Poca aria svela un naso con due anime, da una parte è ematico, scuro, prugna, tostatura e cioccolato, dall'altra sale la parte balsamica, la nota fumè, la salinità. Il tannino è compatto e morbido, l'impatto nel complesso è dolce senza scordare un'astringenza garbata. Gran bella persistenza.
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(degustato alla cieca) Ciliegia sotto spirito, fragola, cioccolato al latte, poi un soffio leggero minerale. La persistenza speziata si avvicenda alla frutta sciroppata. Tannino e dinamica del vino è simile al precedente anche se nel complesso mi piace meno e lo trovo un barolo un po' troppo patinato.
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(degustato alla cieca) acciughe, acciughe, terra, muschio, corteccia, poi amarene sotto spirito, smalto, mi piace il naso. In bocca impatta potentissimo e tannico, forse troppo giovane da degustare adesso. Purtroppo mi confonde non riesco a dare un giudizio preciso. Rimando al prossimo assaggio.
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(degustato alla cieca) tartufo bianco, terra, funghi, radici, verticalissimo, da proprio l'idea di qualcosa che viene da sotto terra. Molte elegante. Potente e molto dinamico, superato un tannino generoso e molto maturo, chiude lungo su sensazioni molto coerenti con il naso con l'aggiunta di un bel frutto. Non è un campione di complessità ma con questa peculiare aromaticità non ci si pensa neanche. Splendido estratto di terra.
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(degustato alla cieca) Gelatina di frutta, yogurt ai frutti di bosco, foglie fresche, balsamico, farina di castagne, melograno, spezie dolci e pure un sentore di caramella galatina. Tannino scomposto, anche un po' d'alcool, l'attacco è buono ma si perde subito. Sgraziato.
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(degustato alla cieca) Austerissimo, radici, canfora, chinotto, amaro, cera d'api, note molto più evolute dei precedenti. In bocca è premiato rispetto agli altri dall'evidente maturità del vino. Lunghissimo e molto più complesso da quello che ci si potrebbe aspettare dal naso. Buono, da attendere ancora una decina d'anni.
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(degustato alla cieca) parte muto, balsamico e basta per i primi 15 minuti, cenere, fiori. Acidità matura, il tannino arriva imperioso ma quasi al rallentatore. Imponente l'attacco aromatico tutto sul timo/rosmarino. Manca un po' di persistenza, manca qualcosa fermo restando che il vino è molto buono ma rispetto al rocche dell'annunziata è meno interessante.
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Bergera-Pezzole, Ravera, Cerviano, Monvigliero, San Lorenzo, Sottocastello.
(degustato alla cieca) Tondo, frutta appassita, un po' di alcool, un naso argilloso, frutta secca, spezie, violette selvatiche, pomodoro essiccato, molto classico in bocca con un ingresso potente e tannico, vibrante acidità e finale amaro. Non è lunghissimo ne particolarmente emozionante, tuttavia è un vino molto preciso e fatto benissimo, perfetto con una zuppa o meglio ancora fagioli con le cotiche.
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(degustato alla cieca) Anche qui c'è calore, frutta matura, già dalla prime olfazioni, a differenza degli altri compagni di batteria è molto generoso. Resina, pino silvestre. Bocca potente anche se ha molta più frutta che sapidità. Finisce con un bel profumo di fiori macerati che ricorda un vecchio profumo femminile. Buono!
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(degustato alla cieca) 3 anni di botte grande. Austero, un po' di smalto e china, gomma, frutta sotto spirito. C'è una grande dinamica tra salivazione e astringenza. Difficile da descrivere in bocca. La persistenza aromatica per un attimo sparisce per poi ricomparire, una volta esaurito il soffio alcolico, con una nota di china, spezia e liquirizia. Potente, non per tutti.
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(degustato alla cieca) Forte sentore di sella di cavallo che con un po' d'aria si dirada. Balsamico, erbe amare, china, tartufo, agrumi, terra, molto complesso, minerale e un bel frutto di bosco, rugginoso, sembra concentratissimo e profondo. Grande bocca, molto precisa. Tutto al posto giusto. Concentrato, cristallino, didascalico. Grande vino.
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(degustato alla cieca) Da una parcella di Ravera, la vigna più importante di tutto Novello. Decisamente più leggero del precedente, fiori, yogurt alla fragola, molto immediato. Avvolgente anche se sostenuto da una giusta acidità e un tannino morbido. Finisce salato, molto lungo; è il più bevibile e pronto al momento. 3 anni di botte grande.
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(degustato alla cieca) Tornano le note scure, poi talco, cipria, gesso, incenso, vaniglia. Si sente legno, poi frutta, poi un po' di spezia dolce. Un po' paraculo, si sente che c'è molta elaborazione in cantina, soprattutto sul tannino che risulta polveroso. Finale sul frutto, baroleggia alla grande ma non mi convince. Dichiarano 4 anni di botte grande ma tutti in sala abbiamo sollevato dubbi in merito.
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(degustato alla cieca) Blu, salamoia, olive nere al forno, conserva di pomodoro, potente, minerale simile al campione 4 ma meno intenso. Molto potente anche in bocca, tannino da porto d'armi, liquirizia, una belva, cattivo, grande persistenza aromatica. Viene da una parcella all'interno del vigneto Garretti, 2 anni di barrique e tonneau. Questo è un vino decisamente da aspettare.
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Cibi e vini dalle terre del Barolo, ovvero il parossismo del gusto.
(degustato alla cieca) Calcareo bianco con profumi delicati e sfuggenti, verticale più che complesso, frutta in gelatina, rosa fresca, erbe balsamiche. Tradizionalissimo, morbido e piacevole, ritornano le rose. Elegante sulla frutta è beverino. Sto amando molto i vino con questo profilo esile ed aggraziato anche a scapito della complessità.
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(degustato alla cieca) Subito sento netta la viola e penso al comune di Barolo, poi il vino si chiude in un'austerità terrosa e balsamica. Pare l'opposto del precedente in termini di generosità. La bocca è molto compatta con un ottimo tannino, più tattile che aromatico in questa fase. Finale morbido su note dolci e fruttate.
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(degustato alla cieca) Elegante ed espressivo, muschio, violetta e una forte componente balsamica. Buon tannino potente ma dolce, finale caldo. Molto facile da bere ma mi piace meno rispetto al primo campione. Si sente che c'è una vinificazione molto pulita.
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(degustato alla cieca) tartufo, terra, cioccolato, resina, pino silvestre, china. Il tannino soffoca un po' le sensazioni aromatiche sia per la sua ruvidità che per la sua amarezza
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(degustato alla cieca) Tartufo, i fiori del bosco, terra. In bocca il vino letteralmente esplode bilanciando un'aromaticità perfettamente rispondente al naso con toni terrosi e balsamici a una massa tannica/acida potente ma allo stesso tempo elegante. Classico pugno di ferro in guanto di velluto.
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(degustato alla cieca) China e ferro, arancia. Più concentrato ma meno espressivo del campione 5. Sembra ancora imbrigliato. Sapido e potente con un'iniziale nota amarognola. Da attender per qualche anno.
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(degustato alla cieca) Tostature, fiori dolci, dolce, decisamente dolce come un bagnoschiuma alla vaniglia. C'è troppo legno
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(degustato alla cieca) Arrivi e trovi il portone chiuso. Il portone è di ferro e acciaio e questo è l'odore del vino. Non si vede il campanello e neanche la serratura. In bocca il vino c'è tutto, trovo che abbia l'acidità più bella e definita di tutti. Bel tannino. Qui tocca aspettare qualche annetto.
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(degustato alla cieca) prima di due bottiglie, questo è cotto, datteri, caffè. In bocca il vino c'è ancora anche se un po' stanco con finale di liquirizia e di prugna disidratata.
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(degustato alla cieca) seconda bottiglia. Teso rispetto al precedente, evoluto bene verso la nocciola, la scatola di sigari, toni dolci. Bocca spaziale, tannino risolto (o non c'era proprio fin dall'inizio), scende come nettare, letteralmente gustoso. Sparo barbera vecchia e l'azzecco.
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Verticale storica del più emozionante vino del mondo. Ultime annate a confronto e durata del Barolo nel tempo: sua evoluzione fenolica e aromatica.
Alla fine Roberto Conterno non c'era ma c'erano i suoi splendidi vini. Partono tutti austerissimi, fatico a sentirli all'inizio anche per un po' di malaugurato raffreddore. Le bocche sfoggiano sempre un grandissimo equilibrio e bevibilità (anche da giovani) con alternanza di annate più o meno potenti ed estrattive. Con l'aria, e un po' di concentrazione i nasi prendono il volo con una buona complessita più fine e floreale che minerale.
balsamico, china, frutto delicatissimo, terra, compresso, delicato di rose, finemente inebriante. Mi sembra un Giacosa. C'è in generale una tensione, l'idea di una pelle di tamburo. In bocca quello che colpisce maggiormente è la qualità del tannino, ce n'è tantissimo ma è di una raffinatezza rara e dialoga elegantemente con l'acidità. Ciliegina sulla torta sapidità quasi di salsa di soia ricca e golosa. Molto lungo e finissimo.
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Salato di mare, poi scuro, confettura di frutta rossa, mineralità fine, buccia di mela verde, freschissimo, c'è un'acidità che stuzzica e ha un complessivo effetto dissetante. Meno lungo del 2006 ma se possibile ancora più elegante.
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(da magnum) Roccioso, sabbia di mare (una spiaggia), il frutto è nettamente maturo, c'è poi ancora quella nota vegetale fresca (anguria??). Un vino dove il peso e la sostanza sembrano più rapprensentati che presenti in termini chimici. Mi spiego, senti tanto tannino, la struttura il frutto, l'acidità, li percepisci, ma non hanno vero peso, il vino scivola via aggrazziato come un elefante che fa danza classica. Nettamente il più maturo degli altri con un finale quasi sapido e acciugoso.
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austero, compatto, chiuso, subito si percepisce il frutto scuro, la terra, monolitico e incazzato. Poi liquirizia, spezie, profuma proprio poco. Giovanissimo, appena iniziata la maturazione risulta essere il più equilibrato anche se nettamente il meno espressivo.
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Evoluzione ferrosa, caffè verde, foglia di the, smalto, gomma, mare, curry e peperoncino. Lunghissimo e a mio gusto il vino che ha la spinta retrolfattiva più interessante e complessa della batteria. Vino al limite della perfezione anche dal punto di vista della maturità, quando un vino è talmente buono che non è importante essere esperto per berlo e apprezzarlo. Chapeau.
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(da magnum) Molto elegante e nettamente meno evoluto del 1996, anche più ampio, tamarindo. Quintali di tannino e freschezza da vendere poi una scia agrumata di mandarino e scorza di arancia. Pare il vino con più estratto e ricorda il 2006.
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2009 Marchesi di Barolo Barolo Coste di Rose
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
Concentrato per un barolo, balsamico con un bel frutto. Un po' timido. peposo e pizzicante, terra, prugna, chiodi di garofano. In bocca c'è un tannino avvolgente, vellutato che avvolge tutta la bocca e la monopolizza. Finale fruttato/floreale. Mi pare un approccio molto ciccioso e di impatto al nebbiolo
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2009 Marchesi di Barolo Barolo Cannubi
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
si stacca dal precedente. qui c'è calcare. Manca la parte rotonda e di frutta. Dritto e verticale e molto austero, tamarindo, china e fiori secchi. Tannino morbidissimo, già molto integrato. Questo è già buono, femminile ed equilibrato.
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2008 Marchesi di Barolo Barolo Sarmassa
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
Fiori in prima linea, violetta e fiori dolci. Incenso e si fa avanti nel sottofondo un'importante componente minerale. Tannino importante, acidità bilanciata, echi di frutta, sapido e lunghissimo.
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1997 Giuseppe Contratto Barolo Cerequio
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
cola, fiori, balsamico e vivissimo. Il naso è scuro, compatto, quasi cioccolatoso. Tannino in integrazione ma piacevole. Lungo sulla frutta e di grande struttura. Non mi fa impazzire
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1985 Giacomo Borgogno & Figli Barolo Riserva
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
China, Marino, sale. Il naso è cristallino, limpido esile ma ricchissimo, salvia, canfora e concentrato di pomodoro. Bocca clamorosa, sapido all'inizio e poi sprigiona una balsamicità che risale dolcemente il retrolfatto. Finale sulla liquirizia dolce. Il tannino è ancora ben vivo e ben integrato.
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1982 Giacomo Borgogno & Figli Barolo Riserva
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
molto timido e restio a concedersi. Parrebbe ancora chiuso! Concentrato di pomodoro, chinotto, rabarbaro, terra e balsamicità. Un vino nervoso con freschissima, vivace e pungente acidità tanto da sembrare nettamente più giovane del precedente. In bocca lascia una meravigliosa sensazione di fiori freschi.
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1978 Giacomo Borgogno & Figli Barolo Riserva
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
la china è nettissima, sensazione di agrumi, rabarbaro e sottobosco. Equilibrio perfetto. Vino tutto di un pezzo. Godibilissimo
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1967 Giacomo Borgogno & Figli Barolo Riserva
Italy, Piedmont, Langhe, Barolo
Naso all'inizio totalmente aereo. Sapone, caffè, spezie, poi pomodoro, sangue, ferro e goudron. Un gran bel vecchio barolo. In bocca è vivo, di una beva davvero facile. C'è un'esplosione di aromi nel retro olfatto, come se accelerasse una volta deglutito. fantastico
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